Il ritorno dell'oro
Come vedremo in seguito Wall Street non ha “digerito” bene la pillola del 16 dicembre 2015. Janet Yellen non esclude altri aumenti nel corso del 2016. Sarà molto difficile che la FED arrivi a una normalizzazione del mercato monetario statunitense. Nel suo rapporto davanti al Congresso Janet Yellen non ha voluto confermare se durante l’anno 2016 la FED deciderà altri aumenti o l’introduzione di interessi negativi e fa capire che non ha fretta circa la “normalizzazione” della politica monetaria.
Anche nel mese di gennaio 2016 il mercato del lavoro segue il suo corso positivo e il numero dei disoccupati scende al 5%.
La “svolta” del 16 dicembre 2015 non significa un ritorno a un “tasso d’interesse normale”. Resta aperta la strada per modellare a piacimento il mercato monetario e quello creditizio. Il “monopolio” resta nelle mani della FED che continua a produrre “valuta dal nulla”.
Nella prima seduta della FED del 2016 (26/27 gennaio) si è deciso di ritardare l’aumento del tasso d’interesse, poiché sembra esistano rischi nella crescita globale e un pericolo di rallentamento della situazione economica.
Toccato il fondo a quota 666,40 il 6 marzo 2009 lo S & P 500 riparte.
La volatilità rimane, ma si procede con un ottimo “rally”. Al 31 dicembre 2009 lo S & P 500 chiude a quota 1115,10.
Anche nel 2010 la situazione rimane instabile e il 31 dicembre 2010 l’indice S & P 500 raggiunge quota 1257,64.
Situazione incerta anche nel 2011 con l’indice S & P 500 che chiude praticamente invariato a quota 1257,60.
Nel 2012 - aiutato anche da notevoli iniezioni di liquidità della FED lo S & P 500 raggiunge quota 1462,42.
Nel 2013 gli investitori sembrano aver ricuperato la fiducia nella Borsa e pur tenendo conto di una moderata volatilità lo S & P 500 sale a quota 1848,36.
Pur avendo raggiunto livelli elevati, vista anche la situazione dei vari settori economici, le quotazioni continuano a salire e il 31 ottobre 2014 lo S & P 500 supera quota 2000. Attestandosi al 31 dicembre 2014 a quota 2058,90.
La volatilità riprende nel 2015 in seguito al timore di un aumento del “tasso zero” da parte della FED, alla situazione geopolitica ( Medio Oriente, Africa, ecc.), al terrorismo e alla fuga verso l’Europa di un numero notevole di persone dai Paesi implicati nelle guerre . All’inizio del 2015 lo S & P 500 mantiene il livello di fine 2014, con punte piu’ elevate e rapidi ritorni al punto di partenza. La punta massima dell’anno viene raggiunta il 21 maggio 2015 a quota 2130,82. Nuova discesa e risalita fino a quota 2128,28 il 20 luglio 2015. All’inizio di luglio la voce autorevole di Warren Buffet rende attenti gli investitori che anche dopo la correzione il mercato statunitense è sopravvalutato: “il valore delle azioni supera quello del PIL”.
Arrigo Ghisletta, 15.4.2016 continua ….